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Diciannovesima tappa - Marina di Cala del Sole - Porto Turistico LICATA (AG)

29 aprile - 3 maggio

A Licata visitiamo solo a terra. Dulcinea è rimasta a Sciacca, per il mare troppo mosso e il vento contrario. Cose che capitano. Partiremo direttamente per Marzamemi nei prossimi giorni con lei, appena cielo e mare saranno favorevoli.


Dalla penna di Adrian.


Il primo giorno di campagna a Licata siamo prontissimi già alle 08:30

Le prime due persone prenotate non arrivano. Provo a chiamare la persona successiva per ricordarle l'appuntamento: doveva essere qui già 5 minuti fa! Risponde una voce femminile mentre sta facendo delle cose in macchina nel traffico. “Sto arrivando”. “Doveva essere qui 5 minuti fa” dico leggermente irritato “E, sa -  mi risponde - io sarei un po’ handicappata…se c'è qualcuno ad aiutarmi lì…”. Penso tra me “Bella scusa”. “Venga, poi vediamo come fare non si preoccupi”. Poi continuo il mio pensiero presuntuoso “Vedremo che problema ha la signora”. 



Mentre stiamo finendo l'esame alla persona prenotata dopo la signora in ritardo, una Punto si ferma accanto al gazebo. Una donna dall'atteggiamento dignitoso e quasi severo mi guarda dal finestrino abbassato: “Fate qui l'ecocardio?” 

Sul sedile posteriore vedo una carrozzella piegata. Una vergogna senza fine mi inonda e vorrei sprofondare in questo istante fino al centro della terra. La signora è davvero disabile.


Come siamo abituati a diffidare delle persone! La cosa ci fa riflettere non poco.


Mi avvicino a lei. Il suo sedile è quasi attaccato al volante. Mi legge nel pensiero e, prima che io chieda, mi dice “Se lei mi dà una mano, la sedia a rotelle non serve” Tra curiosità e ammirazione le chiedo se viaggia da sola “Sì, certo, da diverse decine di anni”. Le offro il braccio e camminando, con molta difficoltà, appoggiando i piedi in maniera molto strana ma con altrettanta decisione, entriamo nel gazebo. Ci spiega che tutto è l'esito della poliomielite. Ha una dignità che raramente ho visto manifestarsi in un essere umano. Si siede sul lettino, si mette in posizione e segue con attenzione tutto l'esame. Il nostro dialogo continua, un po' a parole, un po' no.

Il suo sguardo sembra chiedere qualche spiegazione e senza attendere la domanda le spiego alcuni dettagli che ritengo più significativi. Lei risponde con un sorriso leonardesco mentre annuisce in segno di approvazione. Tutto bene per quanto riguarda il cuore. Si riveste sollevata.


Mentre torniamo dal gazebo alla sua macchina, le faccio i complimenti per quello che, nonostante gli evidenti problemi motori, lei riesce a fare in modo completamente autonomo e con una dignità emozionante. Mi risponde che è peggiorata negli ultimi anni. Tempo fa non solo faceva questo ma molto altro, come organizzare viaggi verso Roma, per incontrare il Papa, per gruppi di persone disabili. Ha un atteggiamento semplice mentre racconta senza ostentazione, come se fosse la cosa più naturale e ovvia del mondo. La mia ammirazione per questa signora straordinaria supera ogni limite.


Ci salutiamo.




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