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Diciottesima tappa - LNI Sciacca (AG)

22 - 27 aprile



Dai racconti di Adrian.


Domenica ci siamo svegliati con lo stesso pensiero e la stessa preoccupazione con la quale siamo andati a dormire sabato sera: la prima battuta di pesca nel Mediterraneo con il signor Ottaviano Monti che ha fatto l'esame di screening su Dulcinea qualche giorno fa. Si prevede mare un po' mosso.


Ottant'anni, il viso segnato dal vento, Ottaviano mi dice: "Io vado a pescare anche se il mare è alto".

Lo immagino nel mezzo delle tempeste, probabilmente varie nella sua vita, che sicuramente hanno influito sul suo carattere: dà l'idea di essere forte come un mulo, indistruttibile.


Per il nostro battesimo da pescatori le onde sono abbastanza alte, la barca di Ottaviano sale e scende con un'andatura elegante.

Arrivati nel punto da lui scelto per pescare, ci mette in mano due canne, accuratamente preparate durante la navigazione.


Nonostante fossi stato avvertito da Nico che i pescatori sono esseri silenziosi, non riesco a trattenere le domande. "Ma lei ha mai incontrato degli squali?". "Eh, stavo quasi per andare in prigione per uno squalo. Lo avevo preso al porto, dove adesso si trova Dulcinea, sul fondale. Non si potevano pescare, ma ero preoccupato che potesse attaccare qualcuno sulle spiagge. Sono scampato per un pelo alla prigione. L'ho venduto poi per due soldi...".


E poi provo con un argomento spinoso per questa parte di Italia, non sapendo bene come Ottaviano potrebbe reagire, Chiedo se si sia mai imbattuto nei barconi di migranti. Dopo una lunga pausa, tale da farmi pentire della mia domanda, mi risponde a voce bassa, con parole pesanti come il piombo: "Se potessi dimenticherei, ma non riesco. Era tanto tempo fa. Era un'imbarcazione delle dimensioni della vostra barca a vela, con a bordo 80 persone, attaccate l'una all'altra come le sarde. C'erano bambini piccoli e donne, alcune delle quali malate. Ho rischiato, ma ho fatto quello che qualsiasi persona normale e umana avrebbe fatto al mio posto. Ce l'hanno fatta, ma non vorrei confrontarmi mai più con una situazione del genere, è stato il momento più difficile della mia intera vita. Signuruzzu mi ha visto e sa cosa ho fatto".


Raccogliamo storie di umanità e solidarietà in ogni porto. Non possiamo che essere grati per la generosità che gli abitanti di questa terra ci riservano, una generosità che si manifesta anche nel raccontare storie difficili e dolorose.


Mentre parliamo, quasi disinteressato della canna che sta nelle mie mani, sento che il filo si tende. Ottaviano inizia a gridare "Accucciato, accucciato": un pesce si trova miracolosamente all'altro capo della mia canna.

Dopo qualche minuto Ottaviano grida verso Nico: "Tira, tira, avvucciato". Questa volta capiamo, anche Nico ha preso un pesce!!!





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